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Come scrivere una poesia. I nostri consigli

Scrivere è meraviglioso e difficile. Scrivere bene è più difficile. 

Scrivere poesie…

Le grandi poesie le hanno scritte in pochi: gente come Neruda, Dickinson, Borges, Ungaretti, e gente di questo calibro.

Ma anche tra le persone comuni si celano talenti, e la cosa bella è che ognuno di noi può cimentarsi con questo particolare genere artistico così profondo e necessario.

Che poesia scrivere?

Non è vero che la poesia è sempre poesia d’amore.

Certo, i sentimenti più potenti sono la grande spinta a prendere la penna: dedicare qualche verso all’amato o all’amata è cosa di tutte le epoche e di tutte le culture.

Ma si può poetare di tutto. Per stare solo sul Novecento:

  • Vittorio Sereni ha poetato delle fabbriche e della condizione operaia; 
  • Antioco Casula ne ha dedicato alla solitudine, agli amici, alla… poesia;
  • Caproni ne ha dedicato una all’ascensore (un testo incantevole, vi prego leggetelo: “L’ascensore”);
  • Fabiàn Casas si sofferma su istanti di oscurità e smarrimento, in mezzo ai corridoi o per strada.
  • Alejandra Pizarnih “canta” di libertà.

Tipi di poesia

Esistono moltissime tipologie di poesia, sia per contenuto che per struttura.

Ecco solo alcuni esempi:

Gli haiku giapponesi sono “osservazioni fatte con il cuore” che constano di sole tre righe e un totale di 17 sillabe.

La poesia lirica, dedicata al sentimento, che si struttura in sonetti, odi, madrigali (in cui molto incide la metrica) e, in epoca moderna, in versi liberi.

La poesia epica, che canta le gesta di popoli ed eroi, strutturata di solito in versi detti “esametri”.

Come si scrive una poesia

Prima di tutto devi scegliere che tipo di poesia ti piacerebbe scrivere.

Oggigiorno, di solito, si tende a scrivere poesie in verso libero, cioè senza una metrica precisa o una struttura fatta di versi e strofe. Ma nessuno ti impedisce di optare per la stesura di una ballata o di un sonetto.

Una volta che hai deciso con quale componimento ti vuoi cimentare, tieni davanti a te la struttura: per esempio se è un sonetto di tipo shakespeariano, dovrai scrivere tre quartine (cioè tre strofe da quattro versi ciascuna) e una sorta di “coda” di due versi in rima baciata.

Ogni strofa avrà una rima alternata che deve cambiare per ogni strofa.

Lo schema delle tue rime sarà: ababc-cdcd-efef-gg

Ecco un esempio (occhio alle rime):

My mistress’ eyes are nothing like the sun;

Coral is far more red than her lips’ red;

If snow be white, why then her breasts are dun;

If hairs be wires, black wires grow on her head.

I have seen roses damasked, red and white,

But no such roses see I in her cheeks;

And in some perfumes is there more delight

Than in the breath that from my mistress reeks.

I love to hear her speak, yet well I know

That music hath a far more pleasing sound;

I grant I never saw a goddess go;

My mistress, when she walks, treads on the ground.

   And yet, by heaven, I think my love as rare

   As any she belied with false compare.

Se invece vuoi stare sul verso libero ecco qualche consiglio pratico:

  • Tieni un quaderno di appunti e spunti
  • Leggi molta buona poesia: autori che ami ma anche nomi nuovi (tra i titoli interessanti consiglio “Poesia del Novecento in Italia e in Europa” edito da Feltrinelli e “Versi di libertà” edito da Mondadori; tra i miei autori preferiti segnalo Caproni, Jimenez, Kavafis, Ungaretti)
  • Chiediti cosa rende quei brani così unici e segna le tue osservazioni
  • Guardati dentro e guardati intorno. Rispecchiati in ciò che ti circonda
  • Esercitati a trovare modi nuovi per descrivere ciò che vedi
  • Scrivi una bozza della tua poesia con i pensieri che intendi esprimere
  • Segna tutte le parole banali o molto comuni, e prova a trovare dei sinonimi che funzionino meglio (aiutati con un dizionario dei sinonimi e dei contrari)
  • Quando descrivi qualcosa, cerca caratteristiche che non tutti vedono, trova metafore coraggiose
  • Osserva le frasi e prova a riscriverle in un altro modo, valutando quale opzione funziona meglio
  • Evita di dire tutto come se stessi parlando in prosa. La poesia allude, fa intravedere, ma non dice tutto. 

Un esempio celebre da imitare per imparare a scrivere una poesia

Ecco un brano della stupenda “Aqui te amo” (Qui ti amo) di Pablo Neruda.

Ti mostro cosa significa non essere banali e cercare le parole giuste.

La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.

  • Non ha scritto banalmente “la nebbia si scioglie”: l’ha guardata bene e ci ha visto figure danzanti.
  • Ha descritto il gabbiano non “bianco” ma “d’argento”: funziona meglio.

A volte una vela. Alte, alte stelle.

  • Non ha scritto “a volte passa una barca a vela” e “le stelle sono molto in alto”: ha sintetizzato con maestria. Niente verbi, solo immagini.

O la croce nera di una nave.
Solo.

  • Che potenza in questa parola isolata, “sola”, appunto!

A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.

  • Ha descritto se stesso come se lui fosse il giorno che nasce nella nebbia. Ha osato!


Questo è un porto.
Qui ti amo.

Come scrivere una poesia: conclusioni

Non esiste un vademecum sulla poesia perché essa rispecchia l’anima e ognuno deve lasciar libera la propria.

La lettura dei grandi resta il più grande dei consigli.

L’altro è di non fermarti alla prima stesura, ma limare fino alla forma più soddisfacente.

La sostanza vera ce la metti tu, con il tuo vissuto e quanto in te chiede di essere scritto.